scoliosi

Cos’è la scoliosi

La scoliosi è una patologia della colonna vertebrale, che appare visibilmente deforme con una tipica deviazione laterale sul piano frontale più o meno accentuata. Nei soggetti affetti da scoliosi si osserva anche una rotazione dei corpi vertebrali, difetto maggiormente percepibile a livello delle coste. Quando la scoliosi è di entità lieve, con una curvatura inferiore ai 20-30 gradi (angolo di Cobb), non sono solitamente apprezzabili significative conseguenze sul benessere fisico dell’individuo. Tuttavia, nei casi più severi o in presenza di una storia clinica particolare (traumi pregressi, malattie, invecchiamento, obesità…) il soggetto può soffrire di sintomi dolorosi, che possono disturbarlo rendendo difficile alcuni movimenti.

I tipi di scoliosi

Esistono differenti tipologie di scoliosi:

  • Idiopatica: ossia senza cause note. Rappresenta il 65% dei casi ed è comunemente definita “scoliosi dell’età evolutiva” o “scoliosi giovanile”, in quanto insorge tipicamente durante l’infanzia e la pre-adolescenza (con un’età media tra gli 8 e i 12 anni) e, se non corretta, può peggiorare notevolmente durante questa fase di rapido accrescimento. Sebbene le cause della scoliosi idiopatica non siano conosciute, in alcuni casi si è ravvisata una componente genetica: il figlio di una donna affetta da scoliosi, infatti, ha molte più probabilità di sviluppare tale deformità prima della pubertà. Il trattamento della scoliosi idiopatica si articola in tre differenti approcci: 1. l’attesa, indicata nei casi in cui la curva non supera i 10-12 gradi, durante la quale sono suggeriti al paziente esercizi e sport da praticare per evitare peggioramenti tenendone sotto controllo l’evoluzione secondo un calendario di incontri; 2. l’utilizzo di un busto ortopedico, per i soggetti che manifestano una curvatura compresa tra i 20 e i 40 gradi, a patto che ciò avvenga entro i 25 anni di età, sino a quando l’apparato scheletrico non sarà completamente maturo; 3. il trattamento chirurgico, nei casi più gravi con deformità superiore ai 40 gradi.
  • Congenita: quindi presente dalla nascita. È una condizione piuttosto rara e rappresenta circa il 15% dei casi. Le cause della scoliosi congenita sono correlabili a una scorretta formazione delle vertebre durante la vita uterina, che può manifestarsi con diverse anomalie, dalle vertebre incomplete a quelle fuse tra loro. Gli approcci terapeutici sono gli stessi della scoliosi idiopatica, sebbene si ravvisi un più elevato ricorso a rimedi ortesici (il busto) e interventi chirurgici (soprattutto nei bambini di età inferiore ai 2 anni), in quanto i benefici della sola attività fisica, per quanto mirata, sono comunque limitati.
  • Conseguenza di una patologia neuromuscolare: si tratta di quadri clinici complessi che rappresentano il 10% dei casi (ad esempio in patologie quali la distrofia muscolare di Duchenne, la SMA II, la siringomelia, i tumori spinali, la spina bifida, sindrome di Riley o poliomelite). In questi gravi, e fortunatamente rari casi, molto spesso l’intervento chirurgico si rivela essere l’unico approccio in grado di apportare miglioramenti realmente risolutivi.

Le curvature che si ravvisano più frequentemente coinvolte sono quelle dorsali e dorso-lombari. I sintomi tipici della scoliosi sono molteplici e, a seconda della gravità, possono essere più o meno evidenti come: posizionamento delle spalle e delle coste ad altezze diverse, sbilanciamento del bacino, una scapola maggiormente sporgente rispetto all’altra, fianchi dalla forma irregolare, corpo visibilmente inclinato da un lato, anca sporgente e sollevata.

Scoliosi nell’adulto

Sebbene per anni la scoliosi nell’adulto sia stata ampiamente sottovalutata perchè non si riteneva potesse causare gravi conseguenze, oggi si sa che non è così.
Se la curvatura dell’adulto non supera i 30 gradi è sufficiente svolgere una regolare attività fisica unita a sedute specifiche per alleviare eventuali sintomi e prevenire peggioramenti. È buona cosa impostare un piano di esercizi e sedute (associando chinesiterapia e osteopatia) mirate al mantenimento della condizione. In via precauzionale, inoltre, è indicato sottoporsi a controlli periodici (in media ogni 5-10 anni) per monitorare la curva.
Eventuali peggioramenti possono verificarsi a seguito di gravidanze, traumi, invecchiamento ed eccessivo aumento di peso.
Quando la curvatura supera i 50 gradi, se non si vuole prendere in considerazione l’intervento chirurgico, l’attività fisica e la manipolazione sono fondamentali per alleviare i disturbi tipici come il mal di schiena, mantenere la struttura quanto più mobile ed elastica possibile e prevenire problemi agli organi interni.
Il ricorso a busti e corsetti nell’età adulta è pressochè inutile in quanto ormai la massa ossea è matura, eccezione fatta per i giovani adulti (sotto i 25 anni) con i quali si può effettuare un tentativo.

Come può intervenire l’osteopata per curare la scoliosi

I dati relativi all’efficacia dell’osteopatia nel trattamento della scoliosi sono molto positivi. Si possono avere benefici in termini di controllo dell’eventuale sintomatologia dolorosa, di mantenimento di una buona mobilità e di prevenzione nell’evitare peggioramenti.

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